FEELING ART

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Questo bellissimo progetto in collaborazione con la storica dell’arte, nonchè guida turistica Flavia Scarperia e la sua associazione culturale Esperide, è nata a seguito delle numerose riflessioni su quanto sia difficile oggi connettersi emotivamente e su quanto l’Arte sia ancora un canale capace di farci toccare visceralmente e vividamente, parti di noi. Per questo la musica, l’arte figurativa, il cinema sono fonti preziose perchè consentono quella connessione profonda a cui ci siamo disabituati.

https://esperide.it/attivita/feeling-art-viaggio-emotivo-nellarte/

Spesso mi sono domandata quali stimoli potessero attivare l’emotività senza il filtro onnipresente della razionalità, siamo così abituato ad analizzare tutto, a “sentire con la testa”! Ho pensato che l’Arte in fondo racchiude le nostre pulsioni, le nostre proiezioni e troppo spesso, i nostri bisogni di interpretazioni. Non ci orientiamo più con i sensi, ma solo con la ragione, anche laddove l’immediatezza di qualcosa che dovrebbe porci domande semplici, basilari, se ci piace o meno ciò che abbiamo davanti, se ci muove, è soppiantata dal fatto che qualcosa al di fuori dei nostri sensi, debba darci la risposta.

Un ambito nel quale emerge quanto questo sia fonte di disagio e dove il controllo razionale viene attivato come rassicurazione, è l’arte contemporanea. Laddove nella tela manca la comprensione, dove non ci sono figure umane, ma segni, schizzi di vernice, strappi, materiali di ogni tipo, colori forti, tenui, colori che esplodono, concetti diversi da quelli dipinti nell’arte classica, lo spettatore si trova in uno stato di ansia, e ora cosa devo guardare?

E l’autore cosa voleva dire? e qui ci vedo, là ci vedo, all’affannosa ricerca di elementi che suonino famigliari e comprensibili (leggi di nuovo rassicuranti). L’arte contemporanea invece è proprio il contrario; un viaggio in quello che non è razionale, canonico, spingendo l’osservatore a vedere ciò che vuole, a sentire ciò che sente, senza una guida preconfezionata, senza istruzioni, con solo le emozioni che guidano per una volta . Proprio per questo lo spettatore si sente smarrito e confuso, non sa cosa cercare e non sa usare “banalmente” la sua emotività, il tocco del pennello, la colata di vernice, l’uso del colore, della forma. Interagire senza razionalità è per lo spettatore fonte di destabilizzazione e di agitazione. Senza auricolari che spieghino, voci che indichino o prendano per mano, si deve lasciar trasportare da un mondo non conforme a quello che usa per osservare la realtà e scendere all’interno di sè stesso.

UN PERCORSO EMOTIVO Questo percorso si definisce pertanto come un percorso EMOTIVO, dove la “spiegazione” tecnica avverrà solo a conclusione della visita, prima lo spettatore verrà stimolato a Sentire, a guardare con l’ emotività. Faremo una visita nelle sale della Galleria Nazionale Moderna in cui lo spettatore sarà libero

Mi sono innamorata dell’arte contemporanea in generale, dalla danza, alla pittura, all’architettura proprio perchè mi richiedevano di attivare parti del cervello che non uso, anzi di spegnerle, di sentire, di lasciarmi andare, vedendo ciò che mi arrivava senza giudizio, a volte assorbendo totalmente, a volte reagendo con indifferenza, a volte piangendo perchè la bellezza era nuova, più sottile e nascosta e perchè parlava dritta alle mie emozioni. Era un viaggio nell’inconscio, in meandri che non conoscevo, che mi sorprendevano, mi appassionavano, talvolta mi respingevano, comunque suscitavano qualcosa. Senza interpretazione o giudizio, solo emozione. La testa era libera e io divenivo ricettiva

Forse quello che può spaventare difronte all’arte contemporanea, è questo camminare impulsivo a cui non siamo più abituati…senza didascalie, senza interpretazioni, dondolati dall’essenza delle pure sensazioni….domandandoci semplicemente se ci piace o meno un’opera d’arte, cosa ci colpisce, cosa ci tocca, cosa si sconvolge, cosa ci avvolge….

Vi invito in tema a questa visita, anche a leggere l’articolo sottostante, appassionata e convinta da sempre che Pollock ha qualcosa che piace al nostro cervello, ci incanta per la forza fisica, quasi ancestrale dei sui tratti.

https://lamenteemeravigliosa.it/jackson-pollock-ecco-perche-piace-al-nostro-cervello/

L’ARTE è una tale fonte emotiva che ci mette in contatto probabilmente a quello a cui vorremmo sfuggire, piombiamo nell’inconscio con cui comunichiamo poco niente nella vita di tutti i giorni; per questo la razionalità interviene sempre a nascondere questa part, pone fine al disagio del sentire . Per approfondire questo tema, vi propongo un altro articolo,

L’arte può ancora cambiare il mondo?

Rebecca montagnino

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