QUANT’E’ DIFFICILE OGGI DIRE SCUSA

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Lo so ho un’età…per cui molti di voi non ricorderanno “Happy days”, noto telefilm del paleozoico, in cui in una puntata il mitico Fonzie si inceppa tutte le volte che deve pronunciare “scusa”. Solo che lui era Fonzie, devo dedurre che oggi ci sono molti Fonzie????

S c u s a sono 5 lettere, si pronuncia in un secondo ma ha degli effetti che durano negli anni, a volte nella vita, è il prologo necessario per ricucire uno strappo, rimuovere un laceramento emotivo, rinsaldare una relazione in cui abbiamo deluso/ferito/amareggiato semplicemente qualcuno. Senza questo preambolo non ci può essere il perdono, lo sanno persino i pentiti che devono dare qualcosa per riceverlo.

Scusa è la parola attraverso cui riconosco che ho sbagliato, che che ho capito, che mi dispiace (non parlo nemmeno di rimorso che può essere oggigiorno eccessivo….), che ho ferito magari non intenzionalmente, che riconosco il tuo danno, quindi te, la tua sensibilità. E’ la possibilità di pensare che non lo farò più, affinchè l’altro ritrovi fiducia in me e in quello in cui l’ha persa.

Scaduta la buona educazione, i social arrivano tempestivi a sostituire quella bella parola con faccette o frasi che nemmeno sottendono il chiarimento, permettendo così alle persone di presentarsi a distanza di anni freschi freschi nelle nostre vite come se nulla fosse, bypassando quella parola doverosa e necessaria. Così si evita il confronto, l affrontare la situazione, spogliarsi per mostrarsi chi si è davvero, lasciando la propria immagine nella sua veste di ipocrita mascherato da  politically correct .

Non è chiedere tanto, ma non si usa più per loro grande conforto (loro chi? vili, vigliacchi, piccoli, imbarazzati, incapaci di stare al mondo , pigri, indifferenti, anaffettivi, non empatici o come Dante  definisce gli ignavi “coloro che non furon mai vivi”)

Oggi non ci si scusa più nemmeno quando si sbatte contro qualcuno per strada, si cerca subito il colpevole/responsabile (cosa che nella restante Europa più civile avviene sempre, senza richiesta di un previo CID morale). Se un medico privato fa attendere un’ora e passa non si scusa (ovvio lui fa un lavoro serio e il vostro tempo buttato non lo è). Se uno chiacchiera al cinema non si scusa, semmai si infastidisce che non gli permettete di dialogare in pace.

Così non si usa più quando si ferisce o ci si comporta male per vergogna, per negligenza, per superficialità, ma anche per onnipotenza. E chi non riceve le scuse, ma le desidera interiormente, si sente persino sbagliato, “antico”, pretenzioso. Forse è diventato semplicemente normale e ci stiamo disabituando ad una regola civilmente giusta. Ci adeguiamo con un’indulgenza come sempre eccessiva, autoaccusandoci come fossimo noi i peccatori o accettando quei ritorni come mendicanti che accettano le briciole perchè incapaci di realizzare che ci siamo rimasti male. Scusarsi significa rispettare, avere una sana capacità relazionale che non dovrebbe trovare alibi o giustificazioni. A forza di accettare passivamente tutto,  poi finisce che  accettiamo  la guerra come funzione regolatrice, piuttosto che come estremo atto di conflitto irrisolto.

La verità è che è molto (troppo) facile ferire e far finta di niente. Difficile resta quel magone in chi deve spiegarsi da solo e ricucire da solo, ricollocare da solo il male fatto (senza considerare che c’è secondo me un lasso di tempo oltre il quale diventa persino ridicolo, poi insanabile, alla fine impossibile recuperare). Non si insegna più ai bambini a scusarsi, certo sono bambini e non hanno più il modello di grandi che lo fanno..

Sono solo 5 lettere ma dietro c’è tutto un mondo, una persona (quando c’è…), un sentimento, un modo per essere umani. Altrimenti tutto si perde, si cancella ed il danno resta muto ma presente. Manca il punto d’accapo. E non è una differenza da niente.

Rebecca Montagnino

 

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5 risposte

  1. AfterTOOLnothing ha detto:

    Sono assolutamente d’accordo, sembra che per moltissime persone chiedere scusa è come il fare una corsa in salita non sapendo che con un po’ di allenamento, che equivale nell’iniziare a dire la parola la prima volta, si arriverebbe lassù al traguardo con molta più facilità e come premi la consapevolezza che non era cosi difficile e soprattutto riprendere la fiducia nel cuore e la stima nello sguardo della persona ferita.

    • Rebecca Montagnino ha detto:

      Forse la verità è che chi non chiede scusa non ritiene che sia così importante. La delusione nasce dal constatare questo

  2. www.fabtravel.it ha detto:

    Scusate adesso sparo un pi di cazzate……

    Oltre a quanto riportato che non vedo come non Si potrebbe condividere vorrei ulteriormente Evidenziare che la parola scusa oltre ad usarli poco quando viene usata viene usate maniera distorta vale a dire scusa andò sì prima di fare un’azione che si sa non si dovrebbe fare e che darebbe fastidio in questo caso quindi la parola scusa diventa un autorizzazione a fare qualcosa che l’altro non vuole.
    Mi scusi se le passo avanti ma devo pagare una cosa sola non posso fare la coda.
    Mi scusi se le sta pisciando sulla macchina ma sa, sono cani.
    Mi scusi se glielo metto in quel posto ma cosa dovevo fare….

  3. www.fabtravel.it ha detto:

    Fonzie…. Come introdurre nelle menti adolescenziali il modello americano che porteranno avanti per decenni (il soprannome renzie non è casuale).

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