L’ascolto empatico..

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IL POTERE DELL’EMPATIA…

L’incapacità dell’uomo di comunicare è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che gli viene detto” C.Rogers

Chi vedendo il video, avrebbe risposto come Gioia?

Talvolta pensiamo che aiutare qualcuno significhi riempirlo di consigli e soluzioni, oppure distrarlo dal suo dolore spostandolo su pensieri positivi, altre volte cerchiamo di sminuire ciò che sente pesando così di alleggerirlo, altre ancora proviamo a “tirare su” chi soffre…Ma spesso tutto ciò non funziona; i consigli che diamo talvolta sono già stati presi in considerazione e magari chi sta male non è di cose pratiche che ha bisogno, quanto di cose emotive. Dimentichiamo che chi soffre ha bisogno di stare un pò in quel sentimento; se sminuiamo qualcosa che per l’altro è invece importante, valutiamo con superficialità la profondità del suo sentimento.
E’ come la musica; la scegliamo perchè ci distrae o la scegliamo anche perchè abbiamo bisogno di “ristagnare” un pò nel nostro dolore: è assolutamente e semplicemente catartico. Se optiamo secondo il nostro bisogno di vedere l’altro uscir fuori il prima possibile dal suo dolore, abbreviamo quel processo, peccando persino di scarsa sensibilità. Magari perchè non sappiamo stare nel nostro e quindi nell’altrui dolore e ce ne sentiamo imbarazzati, non ci prendiamo il giusto tempo per ascoltare. Come abbiamo visto precedentemente vedere una persona soffrire ci induce un sentimento di re-azione: spesso però è generato da una nostra difficoltà a tollerare la frustrazione e il senso di im-potenza. L’aiuto è fatto da un tempo per l’ascolto -che quindi non richiede una nostra azione- e da un altro per promuovere un cambiamento, solo nel caso in cui è si protratto nel tempo l’immobilismo altrui, può divenire insufficiente o portare a procrastinare. E’ perciò importante dare rispetto ai tempi. Per quanto possa sembrare faticoso attivare tutta questa attenzione alla comunicazione, ricordiamo che la comunicazione è la base delle relazioni.

Carl Rogers parlava non a caso di ascolto empatico o ascolto attivo, intendo un ascolto basato sull’attenzione e la comprensione. Nel video vediamo come questi due aspetti vengono manifestati dalla risposta di Tristezza e non da quelli di Gioia e sono quelli che inaspettatamente portano sollievo. Oggigiorno la fretta sta in tutte le nostre azioni, persino nell’ascolto, per cui quando qualcuno ci parla tendiamo già fisiologicamente a estrapolare alcuni aspetti piuttosto che altri (interpretazione), quando forse è in quegli “altri” che sta la risposta migliore d’aiuto. Non ascoltiamo davvero, se lo facciamo abbiamo già avviato le nostre conclusioni ,nonchè ricostruito mentalmente, quello che l’altro ci dice (identificazione/generalizzazione); la comunicazione è infatti viziata fisiologicamente da processi che ci portano in risonanza, toccandoci da vicino, che ci conducono a giudicare e a concludere, senza forse aver capito realmente (proiezione).

La comprensione empatica invece provoca sintonizzazione, che nel caso del processo terapeutico è la forza del cambiamento. La risonanza di noi nell’altra persona, il sentire che abbiamo un posto nella sua mente o che lo ha la nostra mente nella sua mente, come afferma Siegel, è il cuore delle relazioni empatiche. E ora andiamo ad analizzarne la comunicazione…

Bing Bong ha perso qualcosa di importante, il suo razzo che rappresenta anche un ricordo, un momento di grande affetto con Riley. Non a caso, si allaccia subito al passato: con l’oggetto sente di aver perso forse quella relazione speciale. Gioia interviene e vorrebbe distrarlo manifestando un ottimismo anche estremo: così facendo sminuisce e nega la sua perdita. E’ presa dal suo bisogno di vedere tutti felici.

Alla fine è Tristezza che interviene ad aiutare efficacemente Bing Bong, sedendosi accanto a lui e sentendolo parlare. Come spiegherà poi a Gioia: era triste, sono stato semplicemente ad ascoltarlo. Va oltre il contenuto delle parole, si concentra sui sentimenti che stanno dietro. Riprende dei momenti cari a Bing Bong, entrando nel suo stato e facendolo sentire in tal modo compreso. Non lo fa stare peggio come accusa Tistezza, gli infonde la sua vicinanza e il suo calore.

Questo è il potere dell’empatia e dell’ascolto empatico: non avere paura della sofferenza altrui, provare piacere nel stare vicino a chi soffre, condividere, partecipare realmente. Ma attenti non va fatto perchè l’altro ci consideri buoni, o per senso del dovere: questo diventa bisogno di approvazione! (e ahimè capita spesso) L’empatia è pura connessione, senza altro fine.

Basta ascoltare..più che con le orecchie, con il cuore…

Rebecca Montagnino

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