LA PIRAMIDE DEI BISOGNI DI MASLOW

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Abbiamo parlato più volte della piramide dei bisogni di Maslow, teoria molto utilizzata oggi nel campo del marketing, della psicologia, dell’economia, delle risorse umane e delle scienze infermieristiche, per spiegare la gerarchia o la scala delle esigenze umane e di come cambiano nel corso della sua evoluzione. Abram Maslow psicologo statunitense, fu uno dei tre grandi teorici della psicologia umanista insieme a Carl Rogers, fondatore della terapia centrata sul cliente e di Franz Perls fondatore della terapia della Gestalt.

Per bisogno si intende la mancanza di qualcosa che fa tendere la persona al suo raggiungimento, sia per una questione di sopravvivenza che di benessere, pertanto non tutte le persone hanno gli stessi bisogni pur appartenendo a gruppi simili e le stesse persone hanno dei bisogni che una volta raggiunti, richiedono il superamento di altri per la propria evoluzione. Non tutti i bisogni creano però delle motivazioni a raggiungerli; molto spesso gli individui restano bloccati a certi livelli e non possono pertanto soddisfare quelli superiori. La stessa piramide fu ritenuta limitata da Clare Graves, (a lui si deve lo sviluppo della teoria successiva delle dinamiche a spirali diffusa poi da Chris Cowan) suo collega e riconsiderata in seguito tale, su ammissione dello stesso Maslow. Graves infatti considerava che una volta avesse raggiunto l’apice della piramide, l’individuo sviluppasse altri desideri e bisogni, perchè questa è la natura dell’uomo. Una volta raggiunta la realizzazione del sè ad esempio ci sono altri bisogni che intervengono nell’essere umano, come quello etico o di trascendenza, ovvero salendo i bisogni diventano molto più interiori e spirituali. Fin qui più o meno i due modelli si seguono; la differenza e l’evoluzione che introduce Graves sta nel considerare questi livelli maggiormente dinamici, in cui le persone possono scendere o salire a seconda della situazione e/o stato d’animo. Al centro della sua teoria c’è l’interesse a capire perchè una persona si comporta in un certo modo, tenendo conto di due variabili: ambiente e capacità mentali.

Nella teoria dei Maslow comunque si studiava il rapporto tra desideri e bisogni del comportamento umano, facendo riferimento al concetto di motivazione. Con questa egli indicava la spinta vitale dettata dai bisogni in cui valori, necessità e competenze sono legate insieme. Il bisogno appare quindi come uno squilibrio tra la nostra situazione attuale e ciò che desideriamo: la motivazione si attiva unendo valori e competenze per portarci ad agire. Abbiamo già visto in un post precedente “I Falsi valori e la trappola della falsa felicità”, la divisione delle motivazioni in primarie, secondarie e e quelle di livello superiore, possiamo perciò considerare motivazioni e bisogni sullo stesso piano. L’individuo è in qualche modo la somma del raggiungimento delle sue necessità e questo sviluppo fu rappresentato nell’opera “Motivation and Personality” di Maslow nel 1954.

Per quanto la sua teoria sia stata superata e considerata eccessivamente schematica, a causa della sua semplicità viene molto utilizzata ancora oggi come schema di comprensione del comportamento umano. Ci sono sicuramente molti altri elementi che intervengono per capire perchè una persona si comporta in un certo modo e queste variabili non possono essere raccolte in modo esauriente nella sua scala. Inoltre occorre considerare che negli ultimi 50 anni la società è cambiata notevolmente, con l’avvento del consumismo ad esempio molti bisogni sono cambiati. Anthony Robbins ad esempio ne indica anche altri: il bisogno di certezza o sicurezza (il sentirsi sicuri nella propria confort zone); la varietà o l’incertezza( o il bisogno di nuovo stimoli); il significato o l’importanza (il bisogno di sentire la nostra unicità); il bisogno di connessione e di amore (il bisogno di sentire fortemente la vicinanza con qualcuno); il bisogno di crescita (il bisogno di espansione delle proprie capacità e competenze); il bisogno di contributo (il bisogno di contribuire al benessere collettivo). Mentre i primi due sono aspirazioni costanti della vita quotidiana, gli ultimi due rappresentano livelli più elevati e più spirituali

LA PIRAMIDE E I SUOI BISOGNI

1 BISOGNI FISIOLOGICI. Sono i bisogni basilari e fisiologici dell’individuo, riguardano la sopravvivenza e il sostentamento dell’individuo (fame, sete, sesso, respirazione, evacuazione); sono pertanto i primi a dover essere soddisfatti, se non lo sono, non c’è spazio per nessun altro bisogno.

2 BISOGNI DI SICUREZZA. Sono bisogni di ordine più sociale e pertanto richiedono regole per mantenere la stabilità e la sicurezza all’interno di una comunità: rientrano qui comportamenti di sicurezza, come il lavoro, la pulizia, la salute, la protezione

3 BISOGNI DI APPARTENENZA E SOCIALI. Sono bisogni che nascono dalle relazioni, dalla necessità della compagnia e dell’affetto. Nasce qui anche il bisogno di accettazione e di riconoscimento del proprio gruppo.

4 BISOGNI DI STIMA . Evolvendosi la persona sente il bisogno di essere stimato, considerato dalla sua comunità, tanto che le valutazioni altrui influiscono sulla propria: il darsi valore, il sentirsi apprezzati, riconosciuti nel gruppo sono comportamenti che impattano molto in questo livello

5 BISOGNO DI AUTOREALIZZAZIONE . Questo livello sopraggiunge quando quelli inferiori sono stati soddisfatti, è la parte più psicologica ed individuale, in cui la persona sente il desiderio di esprimere ciò che è; per ottenerlo chiaramente occorre che la persona abbia delle caratteristiche personali e soprattutto sia disposta a dedicare molto tempo ed impegno. Fanno parte di questo livello l’etica, l’avere uno scopo nella vita, la spiritualità.

In quasi tutti i modelli gerarchici anche accennati sopra c’è una divisione di bisogni nei livelli, alla base ci sono quelli che riguardano l’allontanarsi da stati di deprivazione, mentre in quelli superiori c’è la tendenza ad andare verso quelli realizzazione. Si alternano inoltre bisogni più individuali a bisogni in cui la comunità precede il proprio Io, come forse dovrebbe essere il giusto equilibrio nella vita di ognuno di noi.

Per quanto questi livelli possano essere discutibili e probabilmente superati, rappresentano non tanto un esempio di categorie o di etichettamento, quanto di livelli su cui le persone si trovano rispetto alle loro motivazioni e valori. Possono secondo me essere un modello molto utile per comprendere le differenze tra le persone, un pò come tutti questi strumenti aiutano a fare in fondo, senza giudizi su cosa sia più giusto o sbagliato, semplicemente attraverso una lettura delle intenzioni. Per farlo occorrono due cose: lasciar sempre aperte le porte della mente e vedere in ogni circostanza le cose da prospettive diverse da quella personale.

Rebecca Montagnino

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