VADEMECUM DI FRASI DA NON DIRE A NATALE

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Avevo pensato di prendermi una pausa fino al prossimo anno, ma quando ho trovato quest’articolo è stata una vera apparizione. L’articolo mi ha fatto sorridere compiaciuta, considerata l’attenzione che ripongo nella cura della comunicazione, ma è anche uno spunto, seppur leggero, sulle frasi che vengono ripetute da secoli a Natale e che suppongo ognuno avrebbe voluto evitare di sentire almeno una vigilia nella vita.

Aggiungo come è ovvio che avvenisse, che dovremmo pensare a ciò che diciamo, alle conseguenze delle nostre parole non solo a Natale, ma 365 giorni l’anno. Per oggi accontentiamoci di riflettere su queste frasi proposte dall’articolo, semplicemente perchè sono frasi davvero stereotipate e che possono suonare poco sensibili per chi le riceve. Siamo nell’era della caccia alle parole offensive o al politically correct, ma paradossalmente continuiamo a comunicare nella vita di tutti i giorni superficialmente: o meglio comunichiamo senza riflettere (forse riflettiamo poco in generale??)

Molto spesso le persone che si incontrano ai veglioni ad esempio non le vediamo da un pò, come accade con le chat dei “ricomparsi” alle feste comandate su whatsapp e non sappiamo in realtà cosa stiano vivendo in quel momento. Stanno bene, soffrono, hanno problemi? Entrare d’en bleau magari in un momento inappropriato potrebbe essere quantomeno indelicato.

A volte poi sono proprio quelle persone che siedono a tavola quel giorno che conosciamo meno e di certo fare domande così stereotipate, come facessero parte degli addobbi natalizi, non è molto carino.

Se abbiamo invece un autentico e reale interesse a conoscere, a sentire come stanno gli altri, perchè non sforzarsi di calarsi nei panni degli altri e accedere per un momento al loro mondo interiore?

Accanto a queste “usanze” lo so, ce ne sarebbero tante altre da rivedere…la verità è che il Natale è ben lontano dall’empatia, che forse dovrebbe essere il sentimento dominante, più spesso è la danza degli obblighi scambiati, dai regali ai convenevoli, la cui poca spontaneità si evince dalla comunicazione usata.

Ma perchè se questo infastidisce così tanto un pò tutti, lo si continua a fare? Spesso è per abitudine, per “tradizione”, come il panettone o la tombola. O perchè ci si trova in imbarazzo a cercare domande più personali o a scoprire che si tollera poco il silenzio.

Io intanto oltre a quelle citate ne aggiungo altre:

-cosa fai durante le feste o a capodanno? ( e già che ci siamo io abolirei anche altri must come pasqua, ferragosto e via dicendo)

-gli auguri a mamma, papà, vicini di casa, animali domestici, pronipoti (anche su whatsapp possibilmente): 1) a quasi nessuno importa di riportare i saluti di persone che spesso non si conoscono tra loro, 2) quasi nessuno li riporta

– le frasi di auguri a valanga, piene di gioia pazzesca, di bontà straripante, sul meglio del meglio, su un anno nuovo più splendente di questo (dopo due anni di pandemia eviterei gli azzardi), le frasi inoltrate a tutti senza distinzione di vicinanza intima o di reale interesse, ancora gli abominevoli auguri come i regali fatti “tanto per”; per questi ultimi ricordo che da anni si possono (se proprio friggono le mani per bisogno di consumismo e resta arida la fantasia sul cosa regalare) fare versamenti di beneficienza.

Infine alleggeriamo questo senso di forzatura dei valori perduti appartenente al natale, che molti giustamente vivono con ansia e malessere, rendendo interattivo e un pò da “sfogo” questo post.

A voi quale frasi creano un senso di nausea o disagio ancor di più dell’abbuffata natalizia ? Se vi va scrivitele nei commenti qui sotto con quelle che invece avreste sempre voluto sentire.

Non resta che augurarvi un realmente sincero Buon Natale e un grazie per leggere e condividere la lettura di questo blog da anni!

Rebecca Montsgniono

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