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Ascoltando “City of stars..”…

Potrebbe sembrare atipico recensire un  musical su un blog che tratta prevalentemente di psicologia…un film che ha davvero poco di psicologico in apparenza. E’ un omaggio al grande cinema, al musical, alla bellezza, ai sogni e ai sognatori,  l’interpretazione è grandiosa e coinvolgente. Già il semplice  uscire dalla sala con un senso di benessere, trascinati dalla fantasia di Chazelle  e dalla musica dei protagonisti dà un  senso di leggerezza e di piacere, una spremuta di endorfine.. Quì sta il primo motivo per cui vale la pena vederlo e  per cui sta ottenendo tanto seguito.

In realtà è un film dove magia e attualità si concatenano e si susseguono alternandosi (dall’apertura con la grande coreografia in autostrada allo spaccato del mondo dei provini fino ad arrivare al finale, non a lieto fine, che può non piacere proprio perchè  è invece  estremamente realistico e poco hollywoodiano); dove  c’è una bella storia d’amore, il cui defluire potrebbe essere quello  di una  qualsiasi coppia. A guardarla meglio forse non è tanto una storia d’amore, quanto la storia di  due sogni e due passioni che si avvicinano, si uniscono per poi dividersi.  Non è un caso magari che la statuetta l’abbia vinta la protagonista su cui ruota di più il film e incarna appunto meglio il significato dell’ ambizione. Mia e Sebastian sono due sognatori, ma mentre lei ha un sogno-ambizione, lui ha un sogno-passione. Che differenza c’è?  Che lui non riesce a vendersi, che il suo impegno in qualcosa che non è esattamente ciò che vuole non gli appartiene. Il suo senso di sacralità del jazz non può permettergli di fare altro; di fatto  lui resterà  nel suo integralismo, solo con il suo locale ( a cui mette il nome suggeritogli da lei ai tempi) dove non ci sono compromessi, nemmeno nelle scelte musicali. Lui incarna la purezza della Passione, quella che non è rivolta al plauso altrui, quanto alla necessità di nutrire qualcosa che urla  dentro e semmai  contagia gli altri. Questo tipo di passione può essere raro incontrarlo al giorno d’oggi.

Significa bramare ardentemente che qualcosa si realizzi: è molto più un’ urgenza di esprimersi e molto meno un bisogno di approvazione. Spesso l’ambizione invece  si realizza  a spese di qualche privazione/compromesso importante. Nella  scena forse più  intensa ed importante  c’è un dialogo tra i protagonisti   durante una cena in cui emerge come si stanno distaccando;  lei si lamenta del poco tempo che passeranno insieme vista la nuova carriera di lui come musicista e Sebastian le domanda se non lo preferiva quando era “meno” di lei . Al di là della magia del mondo di due artisti, questo momento ha un grande realismo, in quanto la differenza di carriera o di ambizione spesso crea una frattura  nelle coppie di ogni status ( o forse in ogni tipo di legame ?). Molte crisi  avvengono nel momento in cui avviene  un passaggio in un viaggio fino a quel momento “parallelo”,  in cui uno dei due avanza un pò più avanti.  In tutti quei cambiamenti in generale che spezzano o modificano ruoli e dinamiche, le persone talvolta non sanno ritrovarsi, non sanno riadattare il loro precedente “copione”. Molte volte i cambiamenti non vengono tollerati  o vengono gestiti con difficoltà, come la nascita di un figlio o un evento drammatico che cambia in qualche modo uno dei due. Spesso si tratta di una presa di coscienza, una nuova consapevolezza che rende la comunicazione discrepante e i nuovi ruoli ingestibili. Non è facile superare queste crisi, ma come in tutte le relazioni l’equilibrio inteso come parità è piuttosto necessario. In generale non credo che due persone debbano essere uguali ma che per avere e continuare una relazione serena le differenze di status, di energia, di valori, di obiettivi siano tra le diversità più difficili da superare.  Soprattutto se la coppia non ha creato  precedentemente un rapporto basato su una  sufficiente armonia e complicità o se le identità non sono individualmente abbastanza forti, rischia di veder frantumare la relazione. Prima fra tutte forse la differenza di  consapevolezza è la più forte ed insormontabile tra due persone, cosa accade allora? Non sempre la crescita di chi ne ha meno segue in modo lineare lo sviluppo dell’altro e accade così che pur di non perdere una relazione ci si assoggetta e si regredisce a livelli inferiori, pagandone poi il prezzo….Ovvero chi sta avanti non sa aspettare o dare fiducia o forse non trova proprio la possibilità che l’altro cresca a sua volta. Così arretra…

Il film è  comunque e soprattutto un omaggio ai sogni e alle passioni come dice anche il sottotitolo  e probabilmente fa leva sul nostro bisogno intimo di sognare. Ci identifichiamo in quello stato forse perchè ci manca,  assuefatti come siamo nelle nostre vite materiali, ben programmate, spesso troppo strutturate. Non dovremmo  perdere mai la capacità di inseguire le nostre passioni, anche in modo diverso nell’arco della vita. La capacità di sognare dà quell’incanto sempre pronto a cogliere la bellezza del mondo o una speranza che alimenta la voglia di vivere e di lottare per ciò che ci fa stare bene…Invece il più delle volte resta solo nello sguardo dei bambini;  i grandi  finiscono con il cercare e aspettare  la sorpresa unicamente  dagli altri, dimenticandosi che è proprio nel loro  intimo che invece  si accende la luce della passione …

 

Rebecca Montagnino

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4 risposte

  1. www.fabtravel.it ha detto:

    Ama come? In amusa hanno prodotto un film senza che in esso ci siano morti ammazzati o violenze varie? Senza un minimo richiamo alle armi o all’utilizzo della forza? Mi sembra impossibile…..
    Da oltre 15 anni ho deciso di sottrarmi al tambureggiare continuo e incessante di violenza somministrataci sotto forma di film, notizie, reality….. (Lo consiglio a tutti ). Seguendo questo principio mi sono ritrovato un maniera automatica ad escludere tutti i film americani. Ho quindi scoperti che esistono anche film non americani che la distribuzione mondiale non diffonde……bisogna andarseli a cercare.

  2. Rebecca Montagnino ha detto:

    Di bei film americani non d’azione ce ne sono molti. Spesso trattano di temi d’attualità..non credo sia questione di dove sia la produzione, quanto della qualità del film in questione…

    • www.fabtravel.it ha detto:

      La totale assenza dalla distribuzione nelle sale e nelle televisioni di film prodotti da paesi che non siano gli USA dovrebbe far riflettere. Anche in quei pochi film USA non d’azione sono quasi sempre presenti morti ammazzati e istinti di vendetta e lo scopo e’ proprio quello solleticare i piu’ sensibili ed attirarli nel pensiero dominante. Hollywood e le TV son ofortemente sponsorizzati dalle lobby dei produttori di armi che sono anche in grado di eleggere il presidente americano (l’uomo piu potente del mondo) ed ogni film e’ un martellamento nella direzione a loro favorevole. Basta scorrere le locandine o fare un giro di telecomando per verificare la stragrande supremazia che e’ diventata ormai irrilevabile da chi e’ totalmente assuefatto.
      Il maggior produttore di film al mondo e’ l’india ma non circola nessun film indiano come non circolano film cinesi, brasiliani, giapponesi, russi, e pochissimi spagnoli, francesi, tedeschi est europei….. cosi come di questi paesi non circolano musica, ne notizie (Come si chiama il presidente della Cina?) e nemmeno ricerche scientifiche (come se le universita negli altri paesi del mondo non scoprissero niente).

      Questo fenomeno nel quale l’Italia e’ all’avanguardia, si definisce sudditanza culturale e fa parte dell’imperialismo culturale attuato con programmi ben prestabiliti e messi a punto che negli anni si sta sviluppando secondo i piani (http://democrazia.myblog.it/vedere-film/).

      • Rebecca Montagnino ha detto:

        Comunque il post non era sul cinema americano..e per gli amanti del cinema…sanno benissimo dove e come cercarsi film da tutto il mondo…forse sono gli stessi che sfuggono alla sudditanza-

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