UN PO’ DI AUTOSTIMA…
Lo so, si potrebbe obiettare che in un mondo dove troppo spesso la presunzione e le personalità narcisistiche abbondano, parlare di autostima potrebbe sembrare eccessivo. Forse persino pericoloso, perchè costoro rischierebbero di sentirsi legittimati dal non mettersi in discussione ed accrescere ancora di più quell’ego ipertrofico e malsano..ma avete mai pensato che non è autostima quella? Anzi, probabile che è l’esibizione dell’esatto contrario…
Come ricorda Nataniel Branden, uno degli autori e ricercatori maggiori per l’autostima, l’autostima è la migliore garanzia di felicità che si possa avere. Per quanto sia un argomento da me spesso affrontato ritengo sempre utile rispolverarlo. Quella “vera” secondo lui si manifesta nel senso di autoefficacia e nel sentirsi meritevoli di amore. Il senso di efficacia è a sua volta legato al senso di fiducia riguardo la funzionalità della propria mente, nel capire e imparare, nel saper prendere decisioni e comprendere i fatti che avvengono intorno a noi, nel sapersi prendere cura di noi e nel riuscire a restare equilibrati nelle avversità (resilienza). Quest ultimo aspetto è molto importante, in realtà è facile mantenere l’equilibrio quando tutto va bene, molto più difficile, ma anche più importante, riuscire a farlo nelle situazioni problematiche. In questo senso l’autostima rafforza la centratura.
Intanto ribadisco che l’autostima non ha niente a che vedere con l’individualismo, per quanto i due lati possano sembrare vicini. Mentre per il primo non occorre fare molti sforzi se non pensare unicamente ai propri interessi e bisogni, il secondo in genere, specie se come sovente accade non viene generato in famiglia, è un processo che si raggiunge con sforzo e impegno nell’età adulta. Un altro fattore con cui spesso viene confusa l’autostima è l’autoreferenzialità ovvero il non mettersi mai in discussione, evitare confronti veri ed autentici con il pretesto che nessuno è in grado di capire o è all’altezza, ma che in pratica ha il solo effetto di non farci esporre. Così comprendiamo che se ci manca la base è perchè nessuno ci ha aiutato a coltivarla durante l’infanzia, fatto all’epoca indipendente dal nostro volore e dal nostro potere. Ma perchè molti adulti oggi, compreso questo, non cercano di ottenerla? Ci possono essere resistenze, ma spesso si tratta semplicemente e sfortunatamente di un semplice atto di pigrizia, perchè impegnarsi implica fare uno sforzo, un cambiamento, darsi disciplina, evitare un disagio e il rischio di esporsi. In realtà tanto più riusciremo nei nostri compiti ed obiettivi direzionando la nostra volontà e mantenendo la giusta disciplina interiore, come l’avere dei valori e attenersi a rispettarli, tanto più accresceremo la nostra autostima. Per fare questo bisogna solo iniziare, senza attendere di averne voglia, per quanto voler migliorare la propria esistenza e le proprie relazioni dovrebbe essere una motivazione sufficiente. Essere integri è importante perchè ci rende fiduciosi in noi e la fiducia quando viene riposta in noi, si estende anche alla valutazione delle cose che abbiamo intorno. Infatti la scarsa autostima influenza i pensieri quanto le emozioni che percepiamo, essendo sempre filtrate dalla nostra percezione che si crea appunto attraverso le esperienze fatte e la loro relativa interpretazione. Se la percezione che ho di me è distorta vedrò tutto il resto attraverso la stessa lente e anche qualora ci fossero delle elaborazioni valide ed efficaci rischierei di non vederle o comprenderle perchè non ho fiducia in me. Allo stesso modo se manca la fiducia in me non riesco a fidarmi di nessuno. Non so proteggermi, non so decidere. La vera autostima sempre secondo Branden si dimostra dalla capacità di ricevere e dare affetto, nel saper accettare le critiche senza cercare a tutti i costi la perfezione, nella spontaneità, nella coerenza tra azioni e parole, nell’apertura verso ciò che è nuovo o rappresenta una sfida, nella capacità di accettare la determinazione altrui, nella capacità di gestire ansie.
Molti pensano che l’autostima derivi unicamente e soprattutto da quello che gli altri pensano di noi. Ricordo sempre che invece è un processo che di autovalutazione, si tratta di autoapprovazione del proprio valore- il termine infatti è AUTOstima, non ETEROstima…Questo dipende dal troppo comune bisogno di sentirsi qualcuno solo tramite l’approvazione esterna, che di conseguenza viene ricercata spasmodicamente.
La paura è spesso alla base della scarsa autostima, timore che ci allontana dall’esperire perchè inadeguati, finendo con il confermare “giusto” ciò che non confermiamo e testimoniamo attraverso l’esperienza. La fuga allora non è solo dalle esperienze, la fuga alla fine è dalla vita stessa, siamo dominati dal bisogno di sicurezza che ci tiene incollati e aggrappati alle cose che non conosciamo, per non rischiare mai, nè progredire mai. Il contatto con l’altro da un punto di vista affettivo, non è più la ricerca di una relazione autentica e di uno scambio paritario, quanto un’accettazione incondizionata e una richiesta di cure .
Molti fingono perciò di avere un’alta autostima, palesando false sicurezza e punti di forza, come la popolarità, lo status sociale, gli exploit sessuali, che rappresentano il contrario dell’essenza dell’autostima che è prima di tutto un rapporto intimo ed interiore con se stessi ( e diciamo pure che in questo i social hanno aiutato molto). Mentre la vera autostima ricerca la sfida e il raggiungimento di obiettivi nuovi, anche difficili, la scarsa autostima cerca tutto ciò che dà sicurezza, che è famigliare e non richiede impegno. Chi ha una buona autostima sente il bisogno di esprimere se stesso e in genere la comunicazione è fluida, determinata, chiara. Ricordiamo inoltre che, come per tutti i livelli energetici in psicologia, i simili si attraggono; questo significa che le persone in genere scelgono relazioni dove le persone hanno il loro stesso grado di autostima.
Quindi una buona autonomia, un grado di responsabilità e consapevolezza di ciò che ci accade dentro e fuori, sono le basi per generare un buon livello di autostima. A seguito verranno aumentate la nostra flessibilità, la nostra resilienza, la capacità relazionale; semplicemente più il nostro nucleo è forte, meno avremo bisogno di aggrapparci agli altri per riceverne sicurezza o lodi che rischierebbero di farci costruire un ulteriore falso sè
Lo sviluppo dell’autostima come detto altre volte dipende dal tipo di rapporto che abbiamo avuto durante l’infanzia, non intendo solo di una cosìdetta “base sicura” come la intende Bowlby nella sua teoria dell’attaccamento, ma anche di giuste responsabilità e proibizioni che hanno sviluppato le nostre risorse. In questo momento della vita le informazioni dei genitori e cerchie ristrette vengono interiorizzate, mentre durante l’adolescenza l’autostima è più esterna, nel senso che si sviluppa a seguito del confronto e dei feed back con il gruppo di coetanei. A questo punto la persona dovrebbe essere pronta per entrare nel mondo adulto, dove certe certezze sul proprio essere dovrebbero essere state acquisite. E’ chiaro che spesso questo non avviene perchè non stati completati i due cicli precedenti e si resta bloccati in un immagine o falso sè.
Letto questo, vi sentite con una buona o con una scarsa autostima???
Rebecca Montagnino
Over the top – Lezione di vita
BIBLIOGRAFIA:
I sei pilastri dell’autostima, N. Branden
Una base sicura, J,Bowlby
Autostima, E.Giusti
A mio parere questo post è strettamente legato con il precedente. la maestra televisione infatti ha una grande capacità di gestione dell’autostima dei propri spettatori anzi a dire la verità non è proprio la televisione ma è quel fil rouge che collega le varie campagne e strumenti pubblicitari che si accavallano sui vari canali.
Uno dei motivi di successo di una televisione è la capacità di vendere spazi pubblicitari. Egli spazi pubblicitari devono attecchire bene. per fare questo bisogna abbassare le difese degli spettatori. La considerazione di se stessi deve essere mantenuta bassa ma percepita alta. Questo è il trucco basilare e si manifesta nel principio sempre tenuto ben presente che rivolge agli spettatori il classico: chi dice che vi lasciate influenzare dalla pubblicità mi sta dando degli stupidi voi non siete mica così stupidi da farvi influenzare dalla pubblicità. grazie a questo stratagemma ampiamente condiviso dalla massa, la tv viene percepita come non ostile ma dalla nostra parte e entra nel nostro modo di pensare iniziando ad inquinare i nostri pensieri e le nostre scelte le nostre decisioni. questo non sarebbe accaduto se la nostra considerazione di noi stessi fosse stata altissima perché avremmo capito che ci stavano prendendo per il c*** e non sarebbe accaduto nemmeno se fosse stata bassissima perché avremo ritenuto di non riuscire a capire dando ragione a chi ci da dello stupido. ecco quindi che la tv deve tenere l’autostima degli spettatori sufficientemente alta al punto che arrivino a pensare che la loro autostima già elevata può essere aumentata solo dalla televisione perché l’unica cosa di cui ci si può fidare perché la vedi con i tuoi occhi ed hai anche la possibilità di usare il telecomando per provare solo quei canali che sono buoni perché tu sei in grado di riconoscere quelli cattivi in realtà le campagne pubblicitarie sono su tutti i canali.