UN GIORNO SENZA TELEFONO

Ridimensiona il testo-+=

Tempo di lettura: 2 minuti

L’altra sera mi sono detta come si potrebbe evadere anche solo per un giorno da tutto e da tutti? Nei casi peggiori anche da noi stessi, ma già i primi due sarebbero sufficienti a dare un senso di sollievo. Possibile che non ci sia una possibilità quando la sensazione di imprigionamento soffoca …cosa che accade o è accaduta almeno una volta a tutti noi?

A volte siamo persino così ignavi da ignorare i nostri pensieri e le nostre emozioni, drogandoci di altro o della vita degli altri, a volte anche di niente, pur di svuotare la mente (senza però alleggerirla). A volte ci ingozziamo di cose false, personalità false, falsi miti pur di non guardare la realtà.

Allora ho immaginato un giorno senza telefono, una fuga dalla realtà forse più sana. Per quanto possiamo sempre imbatterci in  gente che conosciamo in luoghi che difficilmente frequentiamo, l’assenza di connessione con il mondo è una gran bella via di scampo. Invece di farci venire gli attacchi epilettici quando siamo in posti dove lo smartphone non prende, quando siamo obbligati ad usare la modalità off line e ce la prendiamo come fossimo bambini puniti, la libertà oggi risiede nella non connessione. Eppure questo suona come “nessuno mi cerca, quindi non sono, non esisto”, c’è chi vivrebbe questa enorme libertà come una mancanza di aria e con una infinita angoscia. (non posso dire a nessuno dove sono, cosa faccio, cosa mangio, come mi sento)

Nessuna notifica, niente gruppi whatsapp, niente spuntature azzurre..una sorta di isola in cui si è fuori dal mondo. Cosa farebbero tutte quelle persone nella metro se fossero private dei loro aggeggini, come sopraviverebbero senza like, followers, commenti..

La verità è che oggi la nostra identità passa attraverso tutto questo, la privacy non conta, la fame non è di sana intimità ma di condivisibile visibilità. Oggi si è qualcuno più si è seguiti e ci si sente vicini grazie alla fredda connessione tecnologica. Anzi sembra che quella sia più autentica del rapporto reale, fisico tra persone. Ci si illude persino di avere o mantenere rapporti attraverso ridicoli richiamini di messaggi dove si spende in media 10 secondi di tempo per l’altro. E la cosa assurda è che nessuno se ne sente offeso, piuttosto sente di essere “cercato”, considerato.

Ci si illude che tutti si ricordano del nostro compleanno solo perchè Facebook provvede a mandare la notifica a tutti gli amici manco fossero lobotomizzati incapaci di ricordare date importanti..accade così di ricevere cinquecento auguri e un solo regalo. E di esserne narcisisticamente  fieri. Ci sono guerre per chi ha più amicizie, anche se sono di persone che mai si vedranno o  mai si sono relamente conosciute ( sempre mi torna “Too many friends ” dei Placebo)

Ora a seconda della sensazione che avete ricevuto dalla lettura di questo post, potete comprendere se siete dalla parte dei dipendenti dalla tecnologia o se vedete nella sua assenza, anche solo per un giorno, la libertà di evadere dalla connessione costante. . forse a pensarci bene veramente la prima grande libertà sta nel nostro bisogno di esserlo.

La nostra vera fuga sta in noi stessi, nella compagnia e nella complicità profonda del nostro essere. Nel dialogo interiore, non nell abbuffata di comunicazione tecnologica

Ecco più connessi con noi stessi e meno con ciò che è fuori…difficile? Oggi molto, ma anche e soprattutto molto e meravigliosamente bello.

Rebecca Montagnino

Potrebbero interessarti anche...

4 risposte

  1. Ale ha detto:

    Credo che un giorno non sia abbastanza… Non per mia scelta, ma ormai è quasi un mese che sono senza telefono e questo, purtroppo e per fortuna, mi ha costretta a guardarmi intorno. Per prima cosa mi sono resa conto che nessuno di noi oggi è realmente libero dalla “realtà” virtuale, gruppi di lavoro, scuola, amici ecc. se non sei collegato sei letteralmente fuori dal giro. All’inizio risulta quasi frustrante, ecco perchè credo che non sia sufficiente una sola giornata. Poi ho cominciato ad adattarmi a questa nuova condizione e ho realizzato principalmente che: è possibilissimo vivere bene anche senza, che l’utilizzo che si fa del telefono oggi è tranquillamente paragonabile ad una droga di cui TUTTI fanno uso tutto il giorno tutti i giorni, e che fino a qualche giorno prima anche io ne ero dipendente. E’ certo che per molti aspetti è uno strumento che ha facilitato, velocizzato e migliorato la comunicazione, e sull’ultimo punto non ne sono per niente sicura. Forse quello che si è perso è molto di più di quello che abbiamo guadagnato. Magari riuscivi a sentirti con la persona che ami solo una volta al giorno e quel momento era speciale, era importante e interamente dedicato a lui/lei. E il resto del tempo era dedicato a quello che ti circondava in quel momento, alla tua vita e a viverla davvero…
    Bellissimo articolo, bello spunto di riflessione e per niente banale!

    • Rebecca Montagnino ha detto:

      ho apprezzato molto la frase sulla preziosità della telefonata, condivido , Spesso l’esubero nemmeno la quantità impoverisce l’unicità e la qualità della comunicazione. Spesso ho pensato a proporre una giornata senza tecnologia, so che sarebbe poco perseguibile..allora una giornata in cui si sceglie di comunicare solo con una persona, sarebbe possibile? Una giornata senza fb, senza whatsapp..vorrei fosse una provocazione ma anche una sfida…

  2. www.fabtravel.it ha detto:

    Concordo con il commento sopra: una droga! Non solo per la dipendenza ma proprio perché si tratta di una creazione artificiale che una volta somministrata produce sensazioni difficilmente ripetibili in condizioni normali di realtà’ con il rovescio della medaglia di portati a vivere in una realtà inesistente che prende il sopravvento sulla quotidianità della realtà. Personalmente ho scelto di farne un uso moderato, come le droghe, privilegiando le cose buone e quindi eccomi qui a commentare questo sito ma con qualche giorno di ritardo.
    Nella quotidianità penso di aver trovato un compromesso soddisfacente grazie al non aver sottoscritto un contratto telefonico con il traffico dati ma solo per le chiamate vocali in questo modo posso utilizzare i vari WhatsApp Facebook e quant’altro ma solo con il WiFi che quindi non essendo sempre disponibile mi difende dall’invasione dei Social e mi lascia spazio nella vita.
    Credo che sarebbe una considerazione da fare quella su quanto la diffusione dei social sia stata influenzata dalla diffusione dei contratti telefonici all inclusive e quindi delle raffinate tecniche di marketing utilizzata per promuovere i contratti stessi; nessuno osserva l’assurdità dei contratti telefonici unica in tutto il mercato delle utenze. Per il telefono è normale pagare un tot e avere diritto a fare un certo numero di telefonate per un certo numero di minuti se però si sorpassa questo numero si paga la differenza se si resta sotto però non si viene rimborsati. questo concetto per quanto la ripetizione pubblicitaria ce lo ha reso scontato e indiscutibile in realtà una gran cazzata che non facciamo nemmeno per le cose di uso comune come può essere il pane o la benzina. a nessuno verrebbe mai in mente di fare un abbonamento per prendere una pagnotta al giorno per un mese se però me ne serve di più ti do altri soldi se ne prendo di meno ti pago lo stesso una pagnotta al giorno; a nessuno verrebbe mai in mente di fare un abbonamento dal benzinaio e dirgli ti do €300 e mi dai 10 litri di benzina al giorno se però poi ne consuma di più ti pagherò la differenza ma se ne consumo nero meno tu tieniti pure i miei €300 .
    I telefoni hanno fatto molto leva sui social per promuovere e diffondere questo nuovo tipo di contratto truffaldino che però attecchisce benissimo nelle persone che utilizzano patologicamente i social e quindi persone di un certo tipo.
    La mia domanda è questa: premesso che non si può tornare indietro e che la gente ormai abituata al telefonino non lo mollerà più, dove andremo a finire? Quali sono le previsioni verosimili considerando che 10 anni fa Facebook non esisteva? Come cambieranno nei prossimi 4 o 5 anni le relazioni umane i modi di frequentarsi e di fare amicizia o addirittura le vacanze e le feste? non a caso questi programmi informatici provengono da un tipo di società molto abituata a vivere abbastanza isolati e fare poche vacanze. negli Stati Uniti gran parte della popolazione non vive nelle città e molto spesso non escono mai da loro stato la prima cosa che mi viene da pensare quindi è che fra 10 anni le vacanze saranno trascorse in casa con una grossa abbuffata di messaggi Facebook di foto di video di vacanze trascorse in casa ed esibendo agli amici non le fotografie ma il numero dei followers o dei mi piace (per non parlare dei risvolti sulla sessualità che meriterebbero uno spazio dedicato).
    spero proprio di sbagliarmi ma ho paura di sbagliarmi per difetto……

    • Rebecca Montagnino ha detto:

      condividiamo in molti e la tua visione apocalittica tipo orwell non credo sia così lontana purtroppo…ci hanno sostituito la vita. Il discorso sulle compagnie telefoniche mi ha colpito, non ci avevo mai pensato. Sta di fatto che se cerchi su internet sono le prime che subiscono denunciano per frode, le prime con cui la federconsumatori ha a che fare e buona notizia per i loro disservizi, oggi si può chiedere il risarcimento morale ed esistenziale..divertitevi gente!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.