PURA INTELLIGENZA EMOTIVA: INSIDE OUT
Mi capita spesso che le persone restino meravigliate o mi domandino, perchè non temo il giudizio altrui ed esterno così tanto ciò che sento. Semplicemente perchè metto sul piatto della bilancia il giudizio altrui con i miei sentimenti, valuto cosa è più urgente. I miei sentimenti, le mie emozioni sono “me”, i miei valori, quello in cui credo, quello per cui vivo. Non sono i migliori, i più funzionali, ma sono miei. Rispettando loro, rispetto di conseguenza di più me stessa.
E poi c’è un altro motivo; c’è che temo di rimpiangere un giorno di non aver sentito e di essere passata accanto alla mia vita. Ancora, so che quello che non esperisco, resta dentro e a lungo andare mi fa male.
Diventare emotivamente intelligenti aiuta appunto a vivere nel qui ed ora.
L’altro giorno ho visto l’attesissimo Inside out. E’ molto bello pensare che abbiano ideato un film così, come è fantastico che abbiano aperto un museo del’empatia: segno che sta aumentando l’esigenza nelle persone di riscoprire le emozioni.
E’ uno dei più riusciti film ad animazione mai prodotto e nasce anche dal contributo di scienziati quali P. Ekman (psicologo statunitense, considerato uno dei migliori cento psicologi più importanti del ventunesimo secolo, nonchè delle 100 persone più influenti nel mondo, grazie alle sue fondamentali ricerche scientifiche nel riconoscere le emozioni) Il film della Disney Pixar e Pete Docter è intelligente, ben architettato. Infatti aiuta grandi e piccini a riconoscere e differenziare le emozioni, ma soprattutto a capire in che modo si prendono le decisioni. Mostra in maniera semplice e lineare come funziona la nostra memoria emotiva, facendoci viaggiare nel mondo della psiche.
Serve ai bambini per capire come agisce la loro emotività, al contempo serve ai grandi per ritrovare il coraggio di riconoscerla – non a caso ridono moltissimo in sala.
E’ fantastico inoltre che arrivi il messaggio per cui la tristezza è funzionale nella vita, in quanto ci aiuta a formare le basi della consapevolezza e a comprendere cosa sia importante e prioritario per noi. Talvolta è la mancanza di qualcosa o di qualcuno che aiuta a rimetterci in asse (infondo non è perchè soffrono che le persone si chiedono di cosa sia fatta la vita e si mettono in discussione?). Gramellini esprime questo concetto in modo toccante in un articolo –Elogio della tristezza- :
http://www.lastampa.it/2015/09/16/cultura/opinioni/buongiorno/elogio-della-tristezza-nBiJdfndLgTPaBxAcEABxO/pagina.html
La tristezza è come tutte le altre emozioni NECESSARIA alla nostra sopravvivenza; soprattutto perchè quando viene compresa e condivisa attraverso un atto di empatia, diventa gioia. La tristezza espressa e ascoltata, libera tanto chi la prova, quanto chi l’ascolta. E’ un messaggio davvero bello e arricchente per l’anima, in un momento in cui la nostra cultura la vorrebbe allontanare dalla vita e preme per il raggiungimento di un piacere sfrenato ed individualista. L’ultimo secolo ha esaltato l’importanza della razionalità, uccidendo gran parte del nostro sentire. Sembra che non si debba mai essere tristi, i genitori vogliono deprivare la vita dei figli dalla possibilità di star male, mentre imparare a soffrire, ci rende umani, coscienti, integri, sensibili verso gli altri. Sembra che dobbiamo sempre essere sorridenti per essere amati, non mostrare mai le lacrime, ridere quando invece si è imbarazzati o emotivamente toccati.
Nel film la gioia vuole prevalere a tutti i costi, finchè capisce che tutte le emozioni sono fondamentali e sinergiche, per la formazione della Personalità e dei ricordi, anche quelle che fanno male.
Ekman distingue quattro abilità principali dell’intelligenza emotiva:
-imparare ad essere consapevoli quando le emozioni prendono il sopravvento;
-scegliere come comportarsi quando si è in preda alle emozioni senza nuocere agli altri;
-diventare più sensibili allo stato d’animo altrui,
– usare con cura le informazioni che abbiamo dallo stato d’animo altrui.
Credo che la pellicola realizzi con molta chiarezza ( e colore!!!!) questi aspetti.
Un ultimo consiglio: andatelo a vedere con chi condivide davvero con voi, con chi vi sentite in contatto. Io ci torno e ci porto la mia nipotina Frida, lei è eccezionale a cinque anni nel vivere le sue emozioni e le differenzia benissimo.
E’ meravigliosamente autentica, come vorrei fosse sempre chiunque.
Buone emozioni e buona visione…!!!
Rebecca Montagnino
BIBLIOGRAFIA:
-Forma mentis, H. Gardner
-Te lo leggo in faccia, P. Ekman
-Intelligenza emotiva, D. Goleman
-Alchimia emotiva, T. B. Goleman
Commenti recenti