NEL QUI ED ORA…

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Dipingo, anzi coloro perchè amo i colori. Tantissimo. Credo che ho imparato ad amarli, guardando ogni giorno il tramonto. Coloro come i bambini e come i bambini uso colori acrilici per bambini. Questo mi rende felice. Ascolto i Pearl Jam e so che presto li vedrò dal vivo. E anche  questo mi rende felice. Eppure sono emozioni semplici, ma profonde, di quelle che scaldano dentro e mettono un senso di pace.

 

L’altro giorno passeggiavo in un parco, era passato il tramonto e c’era ancora un mucchio di gente, ognuno faceva cose diverse e si divertiva, non badava agli altri. Era una città in cui in genere fa freddo e quando il tempo lo permette,  il sole se lo godono tutto.

L’assenza di qualcosa spesso ce ne fa appezzare il gusto, la mancanza ci ricorda di quanto valga quella cosa.( ad esempio, non ci ricordiamo della carta igienica e della sua utilità solo quando finisce?  Scusate l’esempio, ma sarà successo a tutti prima o poi !) Quello che viviamo oggi non è mai scontato, o non dovrebbe mai esserlo.

Io  l’altra sera stavo bene, mi sentivo leggera, quello che avevo in quel momento mi bastava. Non pensavo a nullaltro che a respirare quell’attimo. A volte mi chiedo se questo rincorrere il futuro non ci abbia privato di vivere il presente. Ci sono attimi bellissimi  nel quì ed ora che vanno vissuti e basta, senza bisogno di riprenderli  e fermarli in un” telefonino”. Tutto adesso per essere rivisto e rivissuto dopo. Viviamo connessi a dei messaggi che di presente hanno ben poco, un informazione forse, che non dice tutto. Ci ricordiamo dei compleanni perchè sono dotati di notifica, ci scordiamo però dei numeri di telefono di chi amiamo. Siamo sempre protesi in avanti,convincendoci che la felicità è un punto, raggiunto il quale non c’è che un nuovo traguardo. Solo che nel mentre la vita scorre.. Quante cose si perdono…  Diceva giustamente il cantante dei Placebo in un concerto a Roma ” Al diavolo i telefonini, al diavolo i video, il concerto  è qui, ora. Ballate, cantate ma siate nel concerto…”, perchè è vero il rischio è che ciò che resta è solo un’immagine, priva di emozioni. La nostra memoria assorbe quanto più siamo consapevoli, dei nostri pensieri, ma prima di tutto delle nostre emozioni.

Noi creiamo ricordi in tal modo, l’unica possibilità che abbiamo per non vivere in modo insulso, è dare un significato, se non a tutto, almeno a  certi attimi, sorseggiarli come si fa con il vino, semmai chiederne un altro calice. Questo si .

Dilatare il tempo, invece di velocizzarlo, rallentare invece di correre, per entrare in un rapporto complice con quello che siamo e con le cose che ci fanno stare bene. Credo che la complicità sia diventata un concetto astratto tra le persone, parlo di una complicità nei rapporti, di complicità con le cose che facciamo e in primis, quella con noi stessi. Parlo di contatto profondo, di ascolto. E’ incredibile come la complicità ci possa far cambiare prospettiva interiore… E allora citiamo anche Vasco quando canta che ” basta solo avere un complice e la vita è già più semplice..”

Non ci sono negozi che vendono la gioia che danno questi momenti o le relazioni umane quando sono vere, non esiste centro commerciale dove si compra l’armonia interiore, non c’è anabolizzante che dia questo senso di profonda bellezza.

Le altre cose, quelle che si, si comprano,  servono spesso solo a mascherare quanto sia graffiante e antico  questo bisogno.

 

Rebecca Montagnino

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