Life is what you make it

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Life s what you make it, can t escape it..” Le parole di una famosa canzone dei Talk Talk mi suono risuonate in testa, mentre pensavo al video che volevo condividere in questo post…

La nostra vita è ciò che facciamo o meglio ciò che ne facciamo: come utilizziamo il tempo, con quale etica, con quale senso. Possiamo quindi fare cose così, senza motivo, senza pensarci, possiamo impiegare o “ammazzare” il tempo (considerato che è limitato, varrebbe la pena usarlo forse in modo utile). Se la vita è il frutto dei nostri comportamenti, se questi ci definiscono, possiamo sceglierli. Osserviamo ad esempio come usiamo i social, come ci rap-presentiamo, quali contenuti mettiamo, cosa seguiamo. Chiaro che si possono postare sia foto di torte fatte raffreddare per sembrare più appetitose al fine di ottenere qualche like o si possono postare articoli che fanno riflettere; si possono seguire influencer che ci dicono come truccarci la mattina in estate o seguire video che ci si attivano nuove sinapsi. Noi siamo sempre quello che facciamo o meglio ciò che scegliamo di fare. Siamo dotati di libero arbitrio, dotati di corteccia frontale in grado di farci pensare prima di agire sulle conseguenze delle nostre azioni.

Durante il lockdown avevo trovato questo video, un piccolo gioiello che in qualche minuto esemplifica il comportamento di spreco e di abuso da parte dell’uomo sulla natura. La sua è una sorta di cieca ottusità o di edonismo infantile, che lo porta a volere tutto e subito, senza riflettere su cosa produrrà cosa domani. Ad essere colpita è la natura, come lo sono le relazioni. Viviamo nell’era liquida dello spreco, di discariche sempre più grandi, di rifiuti che straripano come di sentimenti violati, sciupati e bruciati con una superficialità disarmante. Quello che l’uomo spesso ha difficoltà a comprendere è che in fondo colpisce se stesso, perchè è parte dello stesso mondo che annienta, la pandemia non insegna. Il comportamento viene agito per puro impulso, istinto, irrazionalità, spesso in modo autocompiaciuto ed immaturo. L’agire senza guardare oltre lo fa restare sospeso nello stato di narcisistico infantile, in cui il suo egocentrismo lo rende irresponsabilizzato e incapacitato a prevedere gli effetti delle sue azioni. Come se non ci fosse un domani; questo comportamento non è nemmeno intenzionalmente cattivo, è solo esageratamente superficiale e individualista. Banalmente il suo egoismo ed individualismo non gli permettono di capire se quello che fa nuoce a sè stesso o all’altro. I moniti non servono, è propenso a rispondere non a caso “ci penserò domani” e a ritenere che il presente non è collegato al futuro, che appare sempre lontano e senza effetti nell’immediatezza. Vista sotto questa prospettiva, sembra sia insita nell’uomo una sorda incapacità di usare la sua intelligenza per fare meglio..per fare qualcosa di bello, di grande, di utile.

La sua visione egocentrica lo porta ad abusare e sprecare ciò che ha per il suo bisogno immediato, come un bambino viziato usa tutto senza riserve e spesso a danno del mondo intorno. C’è però qualcosa di più sottile ancora: perchè diamo molta attenzione a chi sbaglia, ne siamo attratti? Già a scuola vengono emulati più i casinari che i secchioni. Come afferma Zimbardo nella sua straordinaria opera, “Effetto Lucifero“, le mele marce hanno la capacità di influenzare le mele buone più del contrario. Ma perchè ne siamo attirati? Perchè si formano le file di macchine a guardare la scena di un incidente e perchè seppur con disgusto, restiamo a guardare dei video violenti o contrari al nostro modo di sentire? Siamo portati ad evidenziare maggiormente i comportamenti disfunzionali da quelli positivi, anche per una questione biologica: tutte le emozioni hanno uno scopo di sopravvivenza, pertanto ciò che ci appare negativo ci aiuta anche a difendercene. Non solo; vedere il male altro-ve ci fa sentire migliori di chi lo compie. Effetto Grande Fratello: osservare quei poveracci che si maltrattano in una casa mette a confronto la mia vita, che sembra meglio e la vista di quei disagiati fa di me un essere più sano. Spesso si finisce però con il vedere solo quel lato, che progressivamente finisce con l’inquinare anche noi, confermandoci che “tutto” il mondo fa schifo o che “tutti” sono così. Queste generalizzazioni non ci aiutano a vivere meglio, soprattutto ci distolgono dal cercare Altro: la grandiosità dell’uomo nelle sue diverse forme che siano artistiche, umanitarie, relazionali. Quanto ci volgiamo a cercarle o, ad essere noi stessi fonte di bellezza? Criticare quello che non va non basta a rendere migliore questo pianeta.

L’uomo è anche ed ancora, capace di nutrirsi di cose positive, di sensibilità e grande intelligenza, forse dobbiamo solo cercarla meglio e di più e forse possiamo cominciare con l’essere parte di quello che vorremmo vedere intorno. Aggiungo un link…

https://www.ilsole24ore.com/art/la-passione-non-e-dono-innato-si-costruisce-attraverso-relazioni-AD7qQ0O

in risposta a tutte le volte che mi si chiede, come faccio a trovare le mie passioni? Bisogna partire da sè stessi e usare poi la forza di volontà. Lasciarci coinvolgere da chi ha passioni, entrarci in relazione, mantenerla, coltivarla, esserne devoti. Come nel mondo aziendale, l’individuo vivrebbe meglio se avesse una sua mission, qualcosa per cui esistere che oltrepassi se stesso.

La notizia confortante dall’articolo è che le passioni si possono imparare, anche quando da adulti realizziamo di non averne e che ci sono mancati i modelli in quel senso. Possiamo (e dovremmo..) seminarle e curarle per divenire un giorno quella parte bella dell’umanità che tanto ci manca, proprio per compensare l’altra parte che critichiamo…“life s what you make it, Celebrate it.”

Rebecca Montagnino

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