UNA BELLA DOMANDA : A COSA SERVE LA CONSAPEVOLEZZA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?

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Tempo di lettura: 2 minuti

Qualche giorno fa mi hanno posto questa domanda, probabilmente ci vorrebbero tanti post per spiegarlo. All’inizio mi è parsa una domanda dalla risposta ovvia, pensandoci bene, non è così. A me pare ovvio questo linguaggio perchè ho fatto della consapevolezza la mia vita, mi rendo conto che per chi, si appresta ad intraprendere un percorso spesso inizialmente difficile e sofferente, la chiarezza dei suoi benefici, non è per niente evidente. Anzi, molto spesso rivedere i propri schemi, valori, uscire dalla zona confort e sentire le proprie emozioni, è un processo che fa male e allontana dal modo di vivere che si aveva prima, spesso anche dalle persone. c’è un momento che spaventa, perchè questo vedere il mondo sotto altre angolazioni, è del tutto nuovo, è come parlare un nuovo linguaggio, che non tutti comprendono.

Cercherò pertanto di essere pratica e concreta, per quanto lo si possa essere nello spiegare qualcosa che è del tutto astratto (spiegare la consapevolezza infatti non è come spiegare cosa sia un tavolo o una sedia).

Innanzitutto direi che serve a vivere meglio. Serve a fare se non le scelte giuste, quelle migliori per noi. Non a farci scegliere dal caso o dalla paura. Serve a capire cosa abbiamo quando non ci sentiamo bene, siamo nervosi, agitati, ansiosi. Serve a conoscerci, capire chi siamo, cosa ci fa star bene, cosa ci fa star male, quali sono i nostri limiti, quali le potenzialità. Serve a gestire meglio le nostre emozioni, a riconoscerle, ad indirizzarle, ad esprimerle nel bene e nel male, senza farci sopraffare dalla tempeste emotive.

Una buona consapevolezza aiuta a capire di cosa abbiamo bisogno, anche a livello fisico, organico. Come un tempo, non sapevamo quando fermarci di mangiare ed arrivavamo a sentirci pieni, poi gradualmente,abbiamo imparato a riconoscere la sensazione di saturazione e ad agire verso di essa .

Serve a stare nel presente, senza vivere inconsapevoli attaccati dal passato o con l’ansia del futuro, serve a stare in quello che facciamo.

Serve ad essere presenti, a noi stessi, come ai nostri pensieri, a sbloccare quegli schemi che continuano a farci vivere male. Possiamo decidere che tipo di pensieri avere, come orientarli, come indirizzarli, ottimizzando così la nostra efficacia e impedendo a pensieri tossici di avvelenarci l’esistenza. Pertanto ci aiuta a riconoscere le nostre fragilità e a poterle proteggere come a riconoscere le nostre paure e poterle affrontare. Possiamo gestire solo quello che vediamo con chiarezza e attenzione.

Ancora ci permette di essere autentici e solo con l’autenticità siamo in grado di essere d’aiuto a chi ci sta vicino.

Se non siamo presenti a noi stessi, non facciamo altro che proiettare e difenderci, senza mai arrivare ad una conoscenza vera dell’altro.

Solo nel momento in cui realizziamo la realtà del nostro mondo interiore diventiamo davvero responsabili di noi stessi. Nell’attimo in cui tutto diventa logico, limpido, profondamente sentito, siamo nella nostra vita e per quanto tardi e faticoso, vale sempre la pena  provare. Basta pensare  semplicemente che  tante vie porterebbero comunque alla meta, se nello sbagliare. ce ne accorgessimo prima. Ecco la consapevolezza abbrevia quel prima.

 

Rebecca Montagnino

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Una risposta

  1. Luigi Romano ha detto:

    Ecco. …..a questo punto non posso più tacere , nè contenermi come finora ho fatto nel leggere i diversi articoli postati. .. quindi : egregia Rebecca Montagnino !?!!?? Sei consapevole di passare fatti , concetti, conoscenze e sensazioni che aiutano la consapevolezza di chi la ricerca , l’apprezza, la coltiva???
    Grazie. …anche a nome della corazza che sarebbe ben felice di non essere tenuta stretta ad ognuno di noi .
    Luigi

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