Esercizi di intelligenza emotiva

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Quello che si perde con i libri, con le pagine, si perde con le parole..Un libro racchiude la vita di una persona, il suo carattere, il suo pensiero, le sue emozioni. Per capirlo bisogna mettere da parte il proprio io. Per entrarci occorre dimenticare sè stessi ed in fondo la bellezza della lettura è creare questo momento di perdita di contatto con il proprio mondo, stare totalmente assorbiti in storie che non conosciamo, che non ci appartengono, ripercorrere tempi in cui non abbiamo vissuto, luoghi che non abbiamo visitato, punti di vista diversi dal nostro. Non possiamo approcciare alla vita di un personaggio se non ci stacchiamo dai nostri schemi e dinamiche. Un romanzo più di ogni altra forma di lettura, è questo. M Kundera in L’arte del romanzo asseriva che :” Tutti i romanzi di tutti i tempi indagano l’enigma dell’Io…il romanzo deve distogliersi dall’azione per volgersi al mondo invisibile della vita interiore”

La lettura richiede un’attenzione molto più profonda di qualsiasi immagine, semplicemente perchè un libro contribuisce a creare già un’immagine interiore. Non possiamo proiettare noi stessi, perchè il personaggio ha una sua vita autonoma e si muove indipendentemente dal nostro volere, da come faremo noi. In un libro questo lo comprendiamo molto di più e lo accettiamo come non facciamo nella vita reale, dove entrare nell’altro o empatizzare è spesso un esercizio difficile. L’autore ci guida e il personaggio ci conduce per mano ad esplorare la sua anima. Un romanzo è quindi un incredibile esercizio di educazione all’ empatia, ci fa vedere il mondo come ognuno lo vede, ci fa capire che ognuno ha le sue esperienze, i suoi condizionamenti, i suoi mostri.

Ecco perchè oggi si legge meno, mentre si guardano più video, perchè l’Ego è diventato davvero senza limiti o allo stesso tempo, leggendo meno si è persa la facoltà di immedesimarsi negli altri. Come afferma J. Twenge in Iperconnessi, Oggi i programmi televisivi e la rete non forniscono che brevi, vivide opinioni frammentarie, spesso prive di sfumature, l’esatto contrario di quanto si potrebbe trovare sui libri. Ci lasciamo distrarre dai dettagli più futili e tutto diventa intrattenimento.”

Nell’immagine non c’è spazio per la riflessione. Quando leggiamo possiamo fermarci, guardare in un punto qualsiasi dell’orizzonte e guardare così in noi stessi, godere le parole, ampliare i nostri pensieri.

Uno scrittore, pensiamo a Leopardi ad esempio, è colui che ha trasceso dalla propria esperienza individuale per arrivare all’universale; il suo dolore è un dolore in cui possiamo identificarci e riconoscerci. Una poesia o un romanzo sono quindi anche un modo per conoscere meglio se stessi e comprendere quello che a volte non trova parole sufficienti o adatte per esprimersi. E vale per chi legge come per chi scrive, quell’attimo non ha cambiato la situazione di dolore, ma ha permesso di ritrovarla con maggiore sollievo, equilibrio e saggezza poi.

“Questa è la parte più bella di tutta la letteratura : scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno.”(Francis Scott Fitgerald)

Rebecca Montagnino

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