Dov’è la saggezza moderna?

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Che cos’è la saggezza: “L’equilibrio nel comportamento e nel consiglio, che è frutto di una matura consapevolezza ed esperienza delle cose del mondo” e l’ essere saggio:L’essere saggio; capacità di seguire la ragione nel comportamento e nei giudizî, moderazione nei desiderî, equilibrio e prudenza nel distinguere il bene e il male, nel valutare le situazioni e nel decidere, nel parlare e nell’agire, come dote che deriva dall’esperienza, dalla meditazione sulle cose, e che riguarda soprattutto il comportamento morale e in genere l’attività pratica”

Queste sono le prime definizioni che ho trovato quando ne ho cercato il significato. Termine desueto nel linguaggio e ancora più comportamenti. Si dice di qualcuno assennato o virtuoso quando ci riferiamo ad una persona dotata di saggezza; si parla più comunemente dei denti del “giudizio” (in francese di sagesse) per indicare che il momento in cui si sviluppano, dovrebbe coincidere con il periodo in cui si acquisisce maturità. Il periodo in cui si mette giudizio perciò, che non corrisponde a qualcosa di esterno, a fasi della vita che vanno raggiunte come il lavoro, la casa, la famiglia. Non si tratta di un gioco a Monopoli, non sono caselle da conquistare; queste fasi semmai dovrebbero avvenire al conseguimento della saggezza. Ci riferiamo quindi alla consapevolezza di sè, al raggiungimento di una capacità di valutare, tramite l’esperienza e la riflessione cosa sia giusto e sbagliato.

Questa qualità ormai rara non ha niente a che fare con l’esaltazione dell’Io che ne è invece l’esatto contrario; chi è saggio non si vanta, resta umile perchè sa che ha tanto da imparare. Non presuppone, resta aperto al dubbio e all’incertezza, permettendosi di cambiare idea. Quanto poco ci arriva anche dal mondo della cultura, quando assistiamo ai dibattiti televisivi o leggiamo un articolo!…Eppure proprio per questo, perchè è una chiave necessaria alla comprensione del mondo, la cerchiamo: più ci sentiamo persi nelle cose della vita, più ci affanniamo alla conquista una bussola che ci illumini e ci indichi dove andare.

LA SAGGEZZA NELL’ANTICA GRECIA.

Probabilmente la prima idea che colleghiamo al termine deriva dall’analisi e dal pensiero del mondo che apparteneva ai senior nell’antica Grecia, culla della filosofia del mondo occidentale. Non a caso infatti filosofia significa amore della saggezza/per il sapere.

All’epoca riflettere rappresentava un’attività, la cui pratica costante era un riconoscimento della vastità e della varietà dell’essere umano; creava pertanto questa sensazione di apertura della mente, sensazione rimasta anche a noi che studiandola abbiamo l’impressione ogni volta che il pensiero di un filosofo sia esaustivo, per poi ricrederci quando incontriamo quello di un filosofo successivo.

La filosoofia della Grecia antica infatti contrariamente a quanto avviene nella nostra cultura, dava molta importanza alla morte, senza eludere la sua presenza così come quella del dolore. Il dolore andava contenuto, non messo in scena, per questo probabilmente oggi quest’approccio viene riscoperto, per l’ equilibrio che tale pensiero permette nelle tempeste emotive della vita. Dava importanza al presente, alla ricerca della felicità nel presente, all’autorealizzazione, sempre mantenendo un assetto tra razionalità ed emotività. Non essendoci un investimento futuro come lo è nell’approccio cristiano di una vita dopo la morte, l’uomo poteva godere del presente e allo stesso tempo rispettarne i limiti.

Nel tempo la saggezza è passata nelle mani delle ideologie, delle religioni, della letteratura, nelle generazioni più anziane e una volta che le prime sono scomparse e le seconde sono venute meno, quando la moralità ha cominciato a diventare sempre più labile e i valori sostituiti da bisogni effimeri, la pratica stessa è venuta a mancare.

FILOSOFIA E PSICOLOGIA COME RISPOSTA AL MAL DI VIVERE. Comprendiamo meglio perciò che il ritorno e l’interesse attuale per la filosofia rispecchino questo bisogno forte di essere guidati, stimolati a riflettere e a capire, una sorta di fame di equilibrio: perchè laddove l’esperienza personale manca, manca ancora di più una capacità di lettura dell’esperienza, definita appunto elaborazione, che aiuti a coglierne il significato.

Senza questa lettura accumuliamo solo situazioni slegate tra loro, di cui non sappiamo trarre insegnamento. I libri, i corsi di filosofia e di crescita personale che aumentano quindi, i video seguiti su Youtube, sono un chiare segnale di questa necessità. Cerchiamo dei guru, degli influencer, dei coach tutti termini che ci riportano al concetto di guida. Persino l’aumentata proliferazione di aforismi ne è una conferma: siamo sempre a caccia di qualcosa che ci dia un’illuminazione su temi che non sappiamo come affrontare. Peccato che cerchiamo le cosìdette perle di saggezza, senza cercare l’intera collana che magari ci aiuterebbe di più.

Oggi una laurea in filosofia rappresenta oltre uno strumento utile a livello personale di crescita e di capacità di usare meglio la mente, una possibilità di inserimento nelle aziende, proprio perchè questo tipo di analisi permette una lateralità e flessibilità del pensiero che oramai pochi possiedono.

Pensiamo poi come la filosofia sia consolatoria, Alain De Botton (fondatore dell’attuale School of life) nel 2000 pubblicava “Le consolazioni filosofiche“, opera in cui paventava l’idea di applicare gli insegnamenti della filosofia ai giorni nostri. Questo bisogno nasceva dalla considerazione che la filosofia ci dà quelle spiegazioni che non ci vengono più impartite, ci indirizza laddove nella nostra crescita probabilmente non troviamo più solide forme di saggezza che siano in grado di farlo. Queste riflessioni, questi insegnamenti, non vengono oggi considerati essenziali nello sviluppo della persona (come aggiuungerei aìhimè lo studio dell’educazione civica), ma la loro carenza genera quel vuoto esistenziale così sentito nel malessere moderno. E forse anche nel caos della smarrita morale.

ALLA RICERCA DELLA SAGGEZZA PERDUTA. Nessuno a scuola o in famiglia ci insegna più che trovare un senso nella vita, ricerca fondamentale per non essere dissolti dal non senso o dall’apatia. Non si “perde tempo” a coltivare le proprie idee, sebbene ne perdiamo nella conquista di un’ostenta efficienza e in tante attività insensate. Soprattutto i giovani sono pervasi da questa forma spasmodica di sfruttamento del tempo, delle risorse, che divorano con superficialità; il presente non esiste ed investono così solo sul futuro, cadendo in quel vuoto che definiamo nichilismo. Distrutti gli ideali e valori di un tempo, come accade giustamente ad ogni cambiamento epocale, non ne sono nati altri però, se non così estranei allo spirito da lasciare un malessere costante. Abbiamo dimenticato di sostituirli ed ora regna il nulla.

Le persone e quest’anno di pandemia lo sta dimostrando, hanno bisogno di risposte esistenziali. Purtroppo le cercano avidamente, velocemente, mentre è la pazienza una delle caratteristiche necessarie quando si vuole coltivare la saggezza.

LO STUDIO DELL’ANIMA. Un altro ambito che supplisce infatti alla perdita di saggezza è la psicologia, non solo intesa come psicoterapia, ma anche come indica il termine, studio dell’anima. La psicoanalisi per quanto sempre meno usata a livello pratico, è uno studio di ritrovato interesse per chi vuole comprendersi e comprendere meglio perchè accadono certe dinamiche. Quello che facevano un tempo la lettura, la visione di certi film, come l’interesse approfondito (l’ap-passionarsi) dell’arte, era aprire la mente ed il cuore, facendoci vedere le infinite possibilità e sfumature dell’essere umano. Entrare nei personaggi di un romanzo ad esempio, quando si leggeva, era entrare in altri punti di vista, imparando a dubitare del proprio e accettando la diversità. Kundera afferma ne L’arte del romanzo: ” ..intendere il mondo come ambiguità, dover affrontare invece di una verità assoluta, una quantità di verità relative che si contraddicono , possedere dunque come una sola certezza, la saggezza dell’incertezza. ..l’uomo sogna un mondo in cui il bene ed il male siano nettamente distinguibili, e questo perchè innato e indomabile esiste in lui il desiderio di giudicare prima di aver capito“.

Dov’è finita oggi la capacità di mettersi in discussione? Di imparare l’arte della confutazione, della saggezza, di allargare i propri orizzonti, prendendosi il tempo per farlo e l’umiltà di realizzare di non sapere?

Oggi questa analisi è rigida e ferma unicamente su sè stessi e se consideriamo quanto tale conoscenza sia frammentaria tra l’altro e deviata dai condizionamenti sociali, arriviamo ad intuirne le successive difficoltà. Meno si coltiva l’intelligenza emotiva, più il mondo appare come un pianeta estraneo. Se la filosofia pone quelle domande sul mondo che ne stimolano la comprensione, la psicologia ci ricollega a quel mondo interno-introspettivo– che abbiamo perso.

Carl Rogers fondatore della terapia a cui diede il nome, la terapia rogersiana appunto parlava di saggezza organismica come di quello stato di centratura e consapevolezza che può essere ritrovato attraverso il processo terapeutico

LO STUDIO DELLA MENTE Come fu importante per Freud capire il funzionamento della mente umana, lo sta tornando oggi anche grazie alle neuroscienze. Due sono gli approcci filo/psicologici attuali che si intersecano su questo tema: la terapia cognitivo comportamentale e lo studio del pensiero degli stoci in filosofia (da cui poi i cognitivisti, come la PNL non a caso prendono le loro basi). Quest’approccio infatti dà quell’aiuto a riflettere, a sviluppare una forza, una resilienza, perchè ci costringe a pensare oltre, a gestire la nostra emotività divenuta misconosciuta. Ci insegna ad affrontare i problemi, piuttosto che eluderli, con coraggio e forza; stoico è infatti l’aggettivo usato per colui che riesce a rafforzare la propria mente, imparando dall’esperienze e mettendosi faccia a faccia con i fatti avversi della vita.

Anche lo studio delle filosofie orientali, la pratica della meditazione sono testimonianze di questo forte bisogno di ritornare a coltivare l’introspezione, perchè il materialismo in cui abbiamo vissuto ha frantumato questo stato dell’essere.

MODO DI’IMPIEGO.

Sappiamo come si usa un telefono, ogni settimana pratichiamo la pulizia delle cache ovvero di quel materiale che ingombra la memoria inutilmente. Così sentiamo il bisogno o dovremmo, di pulire ogni tanto il nostro pensiero da quei file pesanti e carichi di negatività/insensatezza. Ci interessiamo molto a lavarci, cospargerci di creme, fare la pulizia del viso, meno quella della mente. Il fatto è questo processo è più faticoso; è un percorso più che un obiettivo da raggiungere e richiede pertanto calma, temperanza e pazienza. Sappiamo che queste qualità sono poco popolari nella nostra società liquida che vuole tutto, subito e in sintesi. Inoltre non siamo più abituati a concentrarci; l’essere performativo richiede velocità. Non meravigliamoci poi se il disturbo da deficit di attenzione è in aumento tra i bambini, forse è il modello che viene dato loro il centro del problema.

Di recente proprio per questo, ho pensato di fare dei webinar per bambini sull’ABC dei Ellis, perchè se viene loro insegnato ad occuparsi dell’igiene fisica, è importante e preventivo anche farlo per quella mentale. Un bambino che cresce con la consapevolezza, cresce spinto verso la saggezza, conoscendosi sa capire i suoi stati, i suoi pensieri. E’ un progetto molto bello che mi sta entusiasmando molto. Immaginare che se qualcuno sviluppa la sua persona con certi strumenti, può forse evitare di cadere nell’inevitabile malessere di cui tutti soffrono oggi.

Per i “grandi ” invece che vogliono praticare meglio il modello ABC di Ellis, analizzando come la famigliarità con le proprie convinzioni ne crea allo stesso tempo l’attaccamento anche se maladattive, ven 19 marzo ore 21 e sab 20 marzo h10, partecipa al WEBINARQUANTE CONVINZIONI HAI????.

Contattami per info e prenotazioni!

Rebecca Montagnino

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