Saper riconoscere un manipolatore

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Vi è mai capitato di incontrare un manipolatore? Probabilmente si, probabilmente ve ne capitano dalla mattina alla sera. I media ci hanno abituati a questo, più di quanto lo eravamo un tempo. Sebbene sia più corretto parlare di comportamenti manipolativi, ci sono persone dove questo comportamento è il nucleo del loro modus vivendi e cercano costantemente di manipolare. Ci sono quelli facilmente codificabili, ce ne sono altri e di quelli ci occuperemo, più nascosti, subdoli e soprattutto più nefasti per la nostra salute. Non solo, tra costoro ci sono spesso persone a noi vicine, nella vita affettiva o lavorativa e il rendersene conto, per potersi difendere, è sicuramente più difficile. Come afferma C.Carrè nel suo libro Le armi nascoste della manipolazione
“Io diffido delle etichette per definire le persone. Perché  così si rischia di ridurre un individuo a una sola parola e al suo significato: manipolatore, perverso, psicopatico o qualcos’altro.  Ecco, farlo mi sembra pericoloso:le persone sono più complesse delle parole o dei tratti caratteriali che queste evocano. E’ vero però che i manipolatori esistono, o meglio esistono individui che utilizzano la manipolazione in modo pericoloso, danneggiano le loro relazioni e provocano danni agli altri, anche se non sempre ne sono del tutto consapevoli. A differenza della gente “normale”, queste persone si servono della manipolazione in modo sistematico e lo fanno con tutti quelli che sono potenzialmente manipolabili. In questo modo cercano di esercitare potere sugli altri e lo fanno perché hanno paura. Di fatto, agiscono contemporaneamente sul piano affettivo (sulle vostre emozioni) e su quello cognitivo ( giocando sulle informazioni che forniscono). E non dichiarano mai  apertamente ciò che vogliono, né inviano messaggi chiari. “

Innanzitutto è necessario distinguere tra manipolazione e persuasione; mentre la seconda viene fatta per il vostro bene, la prima tende a soddisfare unicamente il vantaggio di chi la compie, spesso contro di voi e in modo nascosto. La persuasione, a meno che sia occulta, viene fatta in modo diretto così che possiate decidere e non essere portati a farlo senza rendervene conto. Bisogna inoltre considerare che ci sono manipolatori e manipolatori, che variano nel grado di strumentalizzazione e intenzionalità. Ovviamente qui non tratteremo la comunicazione diretta ad un bambino per cui, con la scusa della ricompensa gli facciamo bere lo sciroppo: parleremo di chi detiene un potere su di voi, di cui vi accorgete in genere solo quando il malessere oltre che psicologico diviene fisico.

Una delle prime difficoltà nello stanarlo, sta proprio nel fatto che una delle sue peculiarità è la dissimulazione: nessun manipolatore arriverà quindi nella vostra vita con un biglietto da visita che ne dichiara le intenzioni. Anzi, ha un modo di fare affabulatore per sua natura e agisce in modo progressivo e discreto solo quando è riuscito a stabilire con voi un legame di fiducia o quando lo possiede già per il tipo di relazione (es. familiare). Ha comunque un modo di fare seduttivo, ricco di attenzioni, complimenti, specie inizialmente, oppure alterna con sapienza dosi di veleno a gentilezza, il che come nel caso delle relazioni narcisistiche, creano uno stato di confusione e di attaccamento ancora superiore. Ha una parvenza di buona sicurezza personale, almeno finchè non è passato il tempo necessario a comprendere che dietro quella maschera, succhia sicurezza attraverso la vostra insicurezza. Non tutti i manipolatori hanno consapevolezza del loro stato, probabilmente perseguono una condotta adottata fin da piccoli, ma diciamo che quando se ne accorgono (in genere è l’entourage ad averne fatto le spese) non regrediscono molto nel loro comportamento e non si scusano, nè provano un vero rimorso per le loro azioni. Dotati di scarsa empatia, cadono comunque sempre in piedi. Sono molto critici, spesso in modo ingiustificato ed esagerato. La reazione che conoscono in partenza, è quella di farvi sentire in colpa per non essere mai o non aver fatto mai abbastanza secondo i loro canoni elevati ed intransigenti.

La loro seduzione ha diverse forme, possono essere ammaliatori, vittime, intenzionalmente generosi, colti, timidi, dispotici, misteriosi, sprezzanti/umilianti o avere un mix di tutti questi aspetti, che sanno usare anche alternativamente. Non deve apparire strano che nonostante l’esperienza della mortificazione a cui spesso sottopongono le loro relazioni, le persone vi rimangano legate. Hanno un modo di fare che camuffa le intenzioni ricordiamo e sanno adombrare il loro lato oscuro nascondendolo con astuzia e convinzione. Molto spesso sono i legami affettivi, quindi i sentimenti positivi per loro, che vi fanno resistere in situazioni estreme (e la cronaca ce lo racconta tristemente ogni giorno); o ancora subentra una testardaggine, una sorta di sfida ad uscirne vincitori, quando forse il solo modo per rimanerne indenni è l’allontanamento. Come già si intuisce c’è un parallelismo molto forte con le personalità narcisistiche, di cui la manipolazione sappiamo esserne uno dei tratti più distinguibili.

L’aspetto su cui ci concentreremo è quello comunicativo, perchè analizzandone la comunicazione, la possibilità per riconoscerli e difendersene diviene più evidente. Il manipolatore non comunica in modo chiaro le sue esigenze o opinioni, vi ci “porta”. Non sa comunicare in modo sano, perchè la sua essenza è quella dell’impostore, cercando di ottenere ciò che vuole, senza mostrarlo apertamente. Ci riesce in genere facendovi sentire in colpa, dicendovi che non fate abbastanza per lui. Quando un messaggio non viene emesso chiaramente nel campo della comunicazione, si attiva l’interpretazione, per questo uno degli stress che genera la relazione con lui, è il dovere sempre leggere tra le righe cercando il significato nascosto delle sue parole. Non solo, l’interpretazione favorisce la rimurginazione, per cui anche dopo, si continua ad analizzare l’incongruenza tra quello che ha detto e quello che invece ci è arrivato. Non prende posizione, questo per potersi muovere facilmente a seconda di come gli conviene o a seconda dei gusti dell’utenza; è vago, non trasmette le informazioni necessarie proprio per lasciare aperte le porte al fraintendimento che usa a suo favore. Quest’aspetto nella comunicazione viene chiamato non a caso opacità. Usa il messaggio paradossale e il cambio di opinione che lo deresponsabilizzano nella sua posizione; insinua il dubbio, il mistero, la colpa, spesso mette zizzania nei rapporti. In genere tutto questo non viene captato in modo razionale, spesso è il nostro corpo che se ne accorge prima, attraverso una serie di sintomi da stress e di malesseri che insorgono quando aumenta l’ansia per il contatto con questa figura. Ha un modo di porre le domande per cui resta difficile dirgli no, di fatto non chiede, impone. Facendo persino sembrare che sia una nostra iniziativa e così senza che ce ne rendiamo conto, accogliamo sempre i favori che ci chiede. Sa mentire e mente spesso per rigirare le situazioni a suo favore; questo porta l’interlocutore a travisare la propria realtà fino a non saperla più distinguere da ciò che gli viene mostrato attraverso la manipolazione. Ciò a seguito di un’abile complicità e fiducia che il manipolatore sa creare molto bene; una volta tessuta la tela, il suo gioco è fatto e ci ritroviamo intrappolati nella sua ragnatela. Sa cambiare discorso quando gli conviene e deviare con agilità per arrivare ai suoi fini; denigrando o deridendo la nostra opinione ci indebolisce e prende potere nella comunicazione. Molto spesso è in grado di palesare che sta facendo un’azione sotto la spinta della gentilezza, quando in realtà ci sta solo portando verso la sua strada.

Spesso si introduce all’ultimo nelle situazioni, aspettando fino alla fine ciò che gli conviene o giustificandosi con una serie di impegni; se analizzate bene questi personaggi, di solito non ottemperano ai loro impegni, non tengono conto delle esigenze e bisogni altrui, non ascoltano o lo fanno in modo superficiale, dimenticano facilmente in quanto sono focalizzati unicamente su loro stessi. Ci sono poi manipolatori altruistici , ovvero persone sempre pronte ad aiutare, a fare favori. Il bisogno e la richiesta di aiuto, anche se momentanea, pone sempre l’altro in una situazione di debolezza; con tale debolezza e grazie anche alla fiducia conquistata, riescono ad intromettersi nella nostra vita e a gestirla come LORO ritengono meglio per noi.

COME RICONOSCERE I MANIPOLATORI

In genere si incastrano con persone che hanno subito condotte manipolative durante l’infanzia e per questo hanno famigliarità con questo tipo di legame e stentano a sentirlo come pericoloso, anzi, proprio per questo motivo ne sono attratti. Le persone passive quindi sono quelle più a rischio, mentre quelle assertive sono quelle che riescono a non farsi intrappolare (anche perchè percepite come poco manipolabili, vengono generalmente scartate come prede dal manipolatore).

Un aspetto che li caratterizza è comunque la poco autenticità (diffidare da chi non si mostra apertamente per quello che è, sebbene questo sia oggi, per motivi spesso assai diversi assai frequente), per l’incongruenza tra ciò che dicono e ciò fanno o non fanno, la mancanza di empatia e una dose massiccia di egocentrismo, accentrazione ed egoismo. Molto spesso le loro vittime faticano a parlarne, sia per i motivi esposti precedentemente, sia come nel caso delle donne abusate, per paura ad ammettere la realtà, a criticare chi è importante e per vergogna della propria vulnerabilità. Molto spesso inoltre fanno leva sui nostri valori più intimi, per cui, pur di non contraddirli, preferiamo restare coerenti a noi stessi, …pur venendo manipolati!

COME CONTROBATTERE?

Abbiamo definito finora le caratteristiche principali del manipolatore, i suoi comportamenti, per cui abbiamo delle informazioni con cui possiamo muoverci diversamente. Pensare di ripagarlo con la stessa moneta, se non siamo fatti così, in genere porta solo verso una sfida da cui ne usciremo probabilmente ancora più male. La prima cosa è oltre ad individuarne le condotte, capire noi che ruolo abbiamo e quale dinamica abbiamo con questa persona, in fondo siamo tutti responsabili delle nostre condotte o scelte. Abbiamo quindi la possibilità di non farci incastrare nelle sue trappole, non attivarci nei suoi giochi. L‘assertività è sicuramente il modo migliore per non lasciarci calpestare o per pretendere il giusto rispetto verso noi stessi: ovvero saper dire stop, mettere dei confini anche con il rischio di perdere una persona importante. E’ vero anche che se il legame si basava solo sulla nostra “sudditanza” forse non avremo perso molto, anzi. Nessun rapporto, specie se fondato su sentimenti veri dovrebbe rischiare di dissiparsi se cerchiamo di ottenere più equità. Dovremo anche imparare che queste persone non cambieranno per nostro volere, ma solo al momento in cui lo decideranno loro. Quindi anche saper mettere da parte il bisogno di condivisione e selezionare gli argomenti e le confidenze che facciamo loro, è opportuno per avviare un cambiamento, almeno in chi, tale manipolazione la subisce.

BIBLIOGRAFIA

L’arte di non lasciarsi manipolare. Isabelle Nazare-Aga

Le armi nascoste della manipolazione. C. Carrè

Rebecca Montagnino

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Una risposta

  1. Giuamat ha detto:

    L’autostima è forte,tanto più forte se si ha una grande personalità.
    Non sempre và ricercata negli insegnamenti familiari o scolastici…..la palestra migliore resta la strada

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