Liberarsi dal giudizio degli altri…

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Certa che il video sottostante sarà gradito e di beneficio per molti che purtroppo vivono con la ricerca costante di approvazione …

Il giudizio degli altri oggi è un tema che affligge, non solo molte, ma troppe persone al punto da condizionarne la personalità, persino limitandone le abilità di risposta. Viene visto come un tratto di personalità disturbante, ma se non viene preso in tempo può portare ad una vera dipendenza, creando uno scollamento tra il vero sè e l’immagine a cui si fatica ad aderire per poi mostrarla fuori. O meglio si arriva al punto di non sapere più chi si è…Le origini del problema derivano spesso dall’infanzia, dove un’educazione eccessivamente distaccata o ipercritica dal punto di vista affettivo, ha creato un bisogno sovradimensionato di creare un Ego onnipotente; o al contrario, un’educazione eccessivamente invischiante ha creato il bisogno di ritrovare la stessa approvazione nel mondo fuori. E’ quindi un tratto presente in molti disturbi della personalità. L’altro fattore che l’influenza fortemente è il proliferare e l’abuso dei social, dove il profilo è tutto, capace di rapportare o meno like, elargendo così il disturbo in un ambito non più solo personale, ma sociale.

Mi accorgo sempre più di quante volte le persone sono più bisognose di capire gli altri e del perchè si comportano in un certo modo ( questo per anticipare un possibile giudizio o per evitarne il rifiuto), rispetto a quanto siano propense a capire loro stesse e i loro bisogni. Capire gli altri in un certo senso è cercare di indirizzare/controllarne il giudizio ed implica che chi ambisce a questo genere di approvazione, vive nella paura, nella vergogna come nell’insicurezza e quindi nell’ansia sociale perenne. Se un tempo perciò questo disturbo dipendeva dal bisogno di venire riconosciuti dalla propria famiglia o da una figura genitoriale in particolare, recepita come affettivamente sfuggente, con l’avvento dei social il bisogno si è in senso negativo “normalizzato”. Si è esteso infatti a più persone fino a diventare un fattore endemico, quasi fisiologico tanto da rientrare nella definizione di ansia social/ sociale. Qualsiasi esperienza vissuta deve paradossalmente essere subito e comunque condivisa dai propri “amici” – pertanto sottoposta al giudizio esterno, nonchè se possibile all’autocompiacimento…un circolo vizioso, tanto più pericoloso perchè non è un vero confronto che si cerca. Anzi la ricerca del consenso è l’antitesi del confronto. Cosa si cerca quindi? Si cerca la condiscendenza, il compiacimento in un gruppo di pari che più o meno ci rappresenta e ci “protegge” per valori, idee, modi di sentire, nel quale sentiamo di appartenere e dal quale non possiamo aspettarci un vero debating ( essere messi in discussione). C’è quindi un contrasto enorme tra i sentimenti di vergogna che si provano verso se stessi e di cui non si fa menzione fuori, ed un apparenza eclatante e grandiosa che si proietta in modo artificioso.

Una conseguenza è che l’assertività, la unanimamente viene considerata dal mondo scientifico la risorsa per uscirne fuori, se già poco sviluppata si appiattisce sempre più. La paura del giudizio altrui dilaga anche nel mondo non social, ovunque si teme di mostrarsi per quello che si è davvero, evitando contrasti e conflitti e indebolendo così il proprio sè. La compromissione che non emerge ed è però altissima, è che viene a mancare l’autenticità, la spontaneità e la sincerità che sono le fondamenta per un rapporto sano ed armonico sia con se stessi che con il mondo. Buona visione!!

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